venerdì 24 giugno 2011

Studio Greenpeace - The Silent Energy (R)Evolution

La silenziosa rimonta delle rinnovabili, un report Greenpeace

La rivoluzione delle rinnovabili è già iniziata ed è inarrestabile: lo mostra l'ultimo studio di Greenpeace, "The Silent Energy [R]evolution”, una nuova analisi del mercato mondiale della produzione energetica. Il rapporto dimostra come a partire dagli anni '90 abbia avuto inizio una silenziosa, ma sempre più crescente, rivoluzione energetica.
23 giugno 2011


La produzione di energia solare ed eolica, nell'ultimo decennio, è cresciuta più rapidamente di qualsiasi altra fonte energetica al punto che oltre un quarto (26%) della nuova potenza installata nello scorso decennio è imputabile alle rinnovabili, mentre il nucleare rappresenta solo un 2% della potenza installata nello stesso periodo.

Quanto successo in quest'ultimo decennio dimostra che oggi i governi possono fare una scelta semplice e chiara: rinunciare a fonti pericolose come il nucleare e il carbone e puntare sulle rinnovabili, non solo per salvare il clima, ma anche per garantire sviluppo e occupazione.

La corsa delle rinnovabili procede a scapito di nucleare e carbone. Mentre il nucleare ha avuto bisogno di 10 anni per installare circa 35.000 MW (2000-2010), l'eolico ha installato una potenza analoga nel solo 2010. Sempre nell'ultimo decennio, gli investimenti sul carbone sono diminuiti ovunque tranne che in Cina, dove però è stata raddoppiata, ogni anno dal 2003, la potenza di eolico. Ciò a dimostrazione del fatto che anche  la Cina ha deciso di puntare sulle rinnovabili.

E l'Italia? Dopo la schiacciante vittoria referendaria e la decisione della Germania di uscire dal nucleare e puntare su rinnovabili ed efficienza energetica, ora anche il governo italiano dovrebbe investire nell'energia pulita. Soprattutto se si considera che a partire dal 2004 si è registrato un forte incremento degli investimenti sul gas, mentre nel 2009 e 2010 sono state le rinnovabili a dominare la scena.

I prossimi anni saranno decisivi per un'ulteriore affermazione del settore delle energie pulite. Per questo chiediamo che siano riviste le politiche energetiche attraverso l'introduzione di tariffe modulate per fonte energetica e taglia (feed-in premium tariffs) con accesso prioritario dell'energia rinnovabile alla rete elettrica.

(da comunicato Greenpeace)
fonte   www.qualenergia.it

martedì 21 giugno 2011

La Francia come l'Italia? Verso un referendum per fermare il nucleare

 

Già raccolte 26mila firme. E nel mondo fioccano le petizioni internazionali
In Francia l'associazione Agir pour l'environnement ha lanciato una petizione per chiedere un referendum contro il nucleare che ha già raccolto decione di migliaia di firme.
«Il Giappone, dopo l'Ucraina e gli Stati Uniti, subisce nel più profondo della sua carne la follia nucleare. Per non aver creduto, o saputo voler pensare l'impensabile, le nostra umanità è ancora una volta di fronte ad una catastrofe nucleare - si legge nell'appello - Malgrado questa constatazione senza appello, i responsabili politici francesi affermano dottamente che l'opzione nucleare non può essere sottoposta né ad un dibattito pubblico né ad una validaziione democratica attraverso un referendum. Mentre la maggior parte dei Paesi europei si interrogano nell'urgenza sulla pertinenza della loro strategia nucleare, la Francia resta ferma nei suoi stivali. Il capo dello Stato si è impegnato solo a prendere in considerazione, a lungo termine, un dibattito tra esperti, a livello europeo... Il popolo è una volta ancora escluso delle grandi decisioni che lo riguardano. Noi non accettiamo più la morsa dell'oligarchia eco-predatrice. Noi non accettiamo più una tecnologia nucleare pericolosa ed antidemocratica. Noi reclamiamo un referendum per uscire dal nucleare».
Agir pour l'environnement attacca direttamente Sarkozy : «Mentre il Capo dello Stato tenta di rispondere maldestramente alla catastrofe nucleare di Fukushima annunciando un'ennesima Grenelle che mal nasconde la sua volontà di salvare il soldato «nucléaire», l'associazione Agir pour l'Environnement rimetterà al Presidente della Repubblica più di 26.000 firme di cittadine e cittadini che hanno firmato una petizione a favore di un referendum sull'uscita dal nucleare. Al colmo dell'indecenza, il Capo dello Stato non manca occasione per vantare i meriti supposti di un nucleare alla francese, ricorrendo anche alla caricatura, per chiudere un dibattito tuttavia necessario. La caparbietà di cui da prova il Copo dello Stato rispetto al nucleare rilvela una la più assoluta irrazionalità».
Il governo dopo la catastrofe nucleare di Fukushima è accusato di continuare a fare il cavaliere solitario del nucleare, «Prigioniero di una tecnologia che non ha scelto, il popolo francese non può più essere condannato ad assistere passivamente alla moltiplicazione delle catastrofi. Senza presentare opzioni alternative».
Agir pour l'environnement si impegnerà durante tutta la prossima campagna presidenziale francese perché «Il nucleare non sia un soggetto, ma il soggetto al centro della futura campagna elettorale».
Intanto Rete nazionale antinucleare italiana, Réseau zéro nucléaire, Mouvement des citoyens lotois pour la sortie du nucléaire e Les Jeûneurs Vigilants de Taverny, insieme a movimenti antinucleari e belgi, puntano al bersaglio grosso con un appello internazionale per il rispetto della vita.
L'appello è stringato e radicalmente durissimo: «Perché i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu possiedono tutti delle armi nucleari terroristiche. Perché l'Onu ha creato il 23 ottobre 1956 l'agenzia Internazionale dell'energia atomica, (International atomic energy agency) che nel suo articolo secondo stipola: "L'agenzia si sforza di affrettare e di aumentare nel mondo intero il contributo dell'energia atomica alla pace, la salute e la prosperità ". Esigiamo lo scioglimento immediato di questa organizzazione criminale internazionale che malgrado parecchie catastrofi che sono dei veri crimini contro la Natura e quindi anche crimini contro l'Umanità e la perennità della biosfera terrestre, continua le sue scandalose pratiche industriali e commerciali con la complicità attiva delle oligarchie delle nazioni dominanti».
Sta circolando su internet anche una « Petizione mondiale per Fukushima» in inglese, italiano e francese, che sembra fortemente appoggiata da ambienti cattolici, che recita: «Considerando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che afferma:Articolo 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Considerando la situazione attuale della centrale di Fukushima Daiichi nucleare, che pone la popolazione giapponese e il resto del mondo in pericolo, E considerando l'incapacità dell'utility Tepco e del governo giapponese a gestire la situazione, Noi, i popoli della Terra, appello alle Nazioni Unite, l'OMS e tutte le organizzazioni internazionali e governi.
Chiediamo: 1. La creazione di un'organizzazione internazionale, team interdisciplinare con l'autorità di assumere la direzione dello stabilimento di Fukushima Daiichi e le sue conseguenze, sotto mandato delle Nazioni Unite.
2. L'istituzione di una crisi all'interno del responsabile di attuare tutte misure necessarie per proteggere il popolo giapponese a tutti i costi qualsiasi delle Nazioni Unite. Siamo esseri umani nati liberi ed eguali. In ragione e coscienza, noi agiamo in uno spirito di fratellanza. Siamo preoccupati per la libertà della vita, e la sicurezza dei nostri fratelli giapponesi e dei nostri figli».

Per firmare la petizione: http://www.appeldefukushima.com/it/petizione-it.html
Fonte  http://www.greenreport.it/

venerdì 3 giugno 2011

Fotovoltaico, quarto conto energia,intervista a Enerpoint

Quarto conto energia e mercato. Intervista a Viscontini di Enerpoint
Cosa pensa l'industria del fotovoltaico italiano del quarto conto energia?

Cosa pensa l'industria del fotovoltaico italiano del quarto conto energia? Qualenergia.it sta chiedendo ai dirigenti di alcune delle principali aziende come vedono il futuro del settore e del loro business dopo l'approvazione. Trovate tutte le interviste sul nuovo conto energia alle  aziende del fotovoltaico raccolte, assieme a molti altri contenuti, nel nostro “Speciale quarto conto energia fotovoltaico”.
Oggi è il turno di Paolo Rocco Viscontini, Presidente e AD di Enerpoint, azienda che dal 2001 vende moduli e inverter.

Viscontini, quanto crescerà il mercato italiano del fotovoltaico nel corso del 2011 dopo l'approvazione del quarto conto energia?
L’installato 2011 sarà certamente inferiore a quello del 2010. Stimo che nel primo semestre si sia installato  circa 1 GWp. Nel secondo semestre mi aspetto tra 1.500 e 2.000 MWp, ma soprattutto se si farà chiarezza sul premio del 10% in tariffa per gli impianti il cui valore è riconducibile per almeno il 60% a prodotti europei, la cui incertezza nell’interpretazione sta gravemente danneggiando la ripartenza del mercato. Una norma inserita per favorire l’industria nazionale alla fine sta danneggiando tutto il mercato (senza distinzioni di origine…).
Che impatto può avere questo premio per i prodotti europei?
Come accennavo prima il premio per i prodotti europei deve necessariamente essere chiarito. Se passa l’interpretazione richiesta da alcuni costruttori italiani (origine europea assegnata sulla base del sito in cui avviene l’ultima trasformazione), il premio verrà in pratica dato alla stragrande maggioranza dei produttori mondiali, visto che i principali produttori di moduli hanno già stabilimenti di assemblaggio in Europa (principalmente nell’Est Europa) e chi non li ha ancora provvederà ad averli nel giro di pochi mesi. In sostanza significa alzare del 10% le tariffe per quasi tutti. Non vedo il vantaggio per gli italiani. Se invece passerà l’interpretazione per cui la cella risulta discriminante per l’assegnazione dell’origine europea, almeno si premierà chi ha investito di più, tra l’altro nella produzione del componente più high-tech presente nel modulo. D’altronde a mio avviso un premio deve essere dato a chi si distingue. I costruttori italiani devono chiedere contributi diretti per le loro aziende, per fronteggiare la concorrenza extraeuropea sullo stesso campo, vale a dire il fronte finanziario, sotto forma di contributi a fondo perduto e finanziamenti molto agevolati. Usciamo dalla strenua lotta per il nuovo conto energia con la consapevolezza di aver conquistato un ruolo prima impensabile agli occhi dei responsabili politici. Il terreno era fertile per chiedere aiuti significativi per supportare un settore strategico per il Paese, ma temo che l’inserimento del premio in tariffa ora renda difficile l’ottenimento di aiuti più mirati e, per me, più efficaci. Una segnalazione importante: diversi costruttori e rivenditori promuovono i loro moduli come “europei” e quindi tali da garantire l’assegnazione del premio. Ritengo si tratti di pubblicità che potrebbe essere tranquillamente definita ingannevole, perché oggettivamente si sta ancora attendendo l’interpretazione della norma da parte del GSE. E’ un comportamento superficiale e scorretto.
Quali tipologie di impianto saranno favorite con il nuovo conto energia?
Il nuovo conto energia segna un chiaro indirizzo: promozione per gli impianti fotovoltaici sui tetti e limitazioni per quelli a terra. Bene l’assenza di cap per gli impianti a tetto fino al MWp di potenza installata. Male, ma necessario, il registro per gli impianti a terra oltre i 200 kWp.
La vostra azienda ha deciso di rivedere la sua strategia come conseguenza delle novità introdotte? Se sì, come?
In tutta onestà immaginavo che le grandi installazioni avrebbero subito dei problemi e quindi ci stavamo già orientando agli edifici, ambito in cui abbiamo comunque un’esperienza decennale e che tra l’altro risponde al meglio alla natura distribuita della generazione da fotovoltaico. La nostra esperienza si traduce in maggiori servizi ai nostri clienti installatori (ricordo che Enerpoint è distributore di componenti per impianti fotovoltaici a oltre 1000 installatori, che sono per noi clienti continuativi) e in iniziative di sviluppo impianti di grande dimensione per clienti investitori. Confermiamo infine lo sviluppo all’estero: siamo già presenti, con soddisfazione, in Germania e in Israele, e programmiamo almeno due ulteriori aperture entro la fine dell’anno.
Redazione Qualenergia.it
01 giugno 2011
Fonte   http://www.qualenergia.it/