domenica 16 gennaio 2011

The Secret That Determines YOUR Marriage’s Failure Or Success

What would it mean to you if you knew the secret to a happy marriage? Would that transform your relationship? What if you knew how to end the conflict and pain, how to restore the love and connection? Wouldn’t that be worthwhile? Even priceless?
What if, for all this time, the secret of marriage has been hidden? What would you do if you knew the secret? What would be different in your life?
Well, that is the truth! I firmly believe that marriages that succeed have “stumbled” upon these secrets. And marriages that failed, well, they never discovered them. 
The sad fact is that almost 50% of marriages will never discover the secrets. But you don’t have to be in that half of the marriages. Now, you can become a part of the successful half. More than that, you can become part of the 10 to 20% who claim to have happy, thriving marriages!

giovedì 13 gennaio 2011

La teoria di Hubbert del picco della produzione del petrolio. (Peak oil)

Teoria di Hubbert e picco petrolifero - prima parte
La teoria di Hubbert sostiene che la produzione di una risorsa esauribile segue una curva a campana. Cioe' la produzione tende a crescere, pur con un andamento che dipende da molte variabili, tocca un "picco di produzione" e da quel momento inizia a diminuire.
Questa teoria nasce dall' osservazione di casi storici: il primo caso osservato forse e' stata la produzione di olio di balena negli Stati Uniti nel secolo XIX, ma il caso piu' citato e' la produzione di petrolio negli Stati Uniti che e' cresciuta fino al 1970, ha raggiunto il suo picco in quell' anno, per poi decrescere continuamente.
Hubbert aveva previsto esattamente il picco petrolifero degli Stati Uniti nel 1970, anche se oggi possiamo dire che le previsioni possono avere attendibilita' nelle tendenze di fondo mentre i tempi esatti della evoluzione della produzione non possono essere individuati con certezza e dipendono anche da scelte umane che, nel complesso cammino verso il momento del picco, possono essere diverse.
Questo cammino a campana della produzione di risorse e' frutto di un insieme complesso di cause,le due principali sono la limitatezza delle risorse e le logiche economiche.
Possiamo individuare varie fasi del ciclo di Hubbert che spiegano bene i meccanismi che provocano questo andamento.

Prima fase:
Espansione rapida.
La risorsa e' abbondante e sono necessari investimenti limitati per estrarla. La crescita della produzione e' esponenziale.

Seconda fase:
Inizio dell' esaurimento.
Le risorse piu' facili, quindi meno costose, sono estratte per prime. Quindi, iniziando queste a diminuire, e' necessario estrarre risorse piu' difficili e fare investimenti maggiori.

Terza fase:
Il picco e il declino.
Si arriva al punto che gli investimenti necessari non sono piu' sostenibili. La produzione raggiunge un massimo (il picco di Hubbert) e inizia a declinare.

Quarta fase:
Il declino finale.
Si fanno sempre meno investimenti. la produzione continua ma diminuisce fino a cessare.

Parlando della produzione di petrolio e' necessario precisare che esistono diversi tipi di risorse fossili dalle quali si possono estrarre combustibili fossili.
In primo luogo esiste il petrolio cosiddetto "convenzionale", ovvero quello che si estrae in forma di liquido poco viscoso dai pozzi. Abbiamo poi il petrolio cosiddetto "non convenzionale" che include diversi tipi, come il greggio da "acque profonde" e "l' olio pesante".Ci sono inoltre i gas condensati e il petrolio che si puo' estrarre dalle sabbie bituminose. Il combustibile liquido puo' essere ottenuto anche dal gas naturale o dal carbone mediante vari tipi di trattamento. Il petrolio convenzionale, per ora, rappresenta la frazione piu' abbondante della produzione.

NB: questa pagina e' stata scritta facendo una sintesi della presentazione del picco di Hubbert del prof. Ugo Bardi sul sito dell'Aspo Italia.
 In  quale anno arrivera’ il picco della produzione petrolifera ?
In realta’ lo sapremo solo quando questo sara’ stato superato. L’ Agency International Energy (acronimo AIE o IEA), che ha come membri 28 paesi ad economia avanzata, nel suo rapporto 2010 sulla situazione energetica, ha scritto che la produzione del greggio (dove per greggio si intende il petrolio convenzionale, vedere la definizione nel paragrafo precedente) non superera’ piu’ la quota raggiunta nel 2006 (70 mb/g, milioni di barili il giorno) e rimarra’ costante a 68-69 mb/g fino al 2025 per poi declinare inesorabilmente. Gli incrementi di produzione petrolifera saranno dovuti esclusivamente alla produzione di frazioni liquide di gas naturale (NGL) e di petrolio non convenzionale  (piu’ costoso, inquinante e di peggiore qualita’).
Presa alla lettera l’ affermazione e’ gravissima,  se il  processo  si avverasse con questi tempi, avrebbe conseguenze pesanti sulle economie di tutti i paesi. La fondatezza della previsione potremmo verificarla solo nel futuro, per il momento andrebbero prese pero’ delle precauzioni ma questo e’ ancora lontano dai pensieri  delle  elite mondiali economiche, intellettuali e politiche. Nel frattempo, dopo la pubblicazione del rapporto (10 novembre 2010), il prezzo del petrolio e’ salito sui 90 dollari il barile, toccando i valori massimi dal settembre-ottobre 2008, momento dell’ esplodere della crisi finanziaria; in Europa tra l’ altro questo avviene in un momento di difficolta’ per l’ euro che a inizio gennaio 2011 e’ quotato   1,29 dollari mentre al momento dei prezzi massimi del greggio (luglio 2008-  fino a 148 dollari il barile) un euro valeva 1,60 dollari, attenuando cosi’ nel vecchio continente gli effetti  dei rincari record.

martedì 11 gennaio 2011

LA SVOLTA DI OBAMA VERSO LE FONTI RINNOVABILI


La svolta di Obama verso le fonti rinnovabili
Il 44° Presidente degli Stati Uniti ha annunciato uno dei punti nodali del proprio programma: la lotta al
surriscaldamento climatico. "Ora tocca all'Europa non perdere il vantaggio acquisito sul fronte delle energie
rinnovabili", ha commentato il Direttore della Divisione Energie Rinnovabili di Enel, Francesco Starace
È già stato soprannominato il "New Deal" verde di Obama. A meno di una settimana dal giuramento, il neo presidente
Usa ha annunciato uno dei punti nodali del suo programma: la lotta al surriscaldamento climatico. Barack Obama ha
ordinato all'Environmental Protection Agency, l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente, la revisione delle
leggi dell'amministrazione Bush in materia energetica, autorizzando la California e altri 13 stati dell'Unione a fissare
standard più severi sui gas di scarico delle automobili e sull'efficienza energetica. In pratica le auto dovranno
consumare meno e quindi emettere meno sostanze inquinanti.
"È necessario avere il coraggio di apportare i cambiamenti necessari", in modo che sia "la politica stessa degli Stati
Uniti a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio prodotto all'estero", ha detto Obama nel corso della conferenza
stampa alla Casa Bianca indetta per annunciare la nuova linea sulle strategie energetiche.
L'uscita degli Stati Uniti dal tunnel della recessione passa in buona misura dalla riconversione ambientale della sua
economia. Obama ha spiegato che i punti essenziali del programma d'intervento sono "l'indipendenza dell'America dal
petrolio straniero", "l'approvazione entro marzo degli standard di efficienza energetica per i veicoli in vigore dal 2011"
e il via libera all'Epa affinché "la California possa fissare i suoi limiti alle emissioni di CO2 della automobili".
La dipendenza dal petrolio straniero e il riscaldamento globale, ha ammonito Obama, rappresentano minacce impellenti
alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Per questo - ha aggiunto - vogliamo ribaltare la situazione: non posso
promettere una soluzione rapida, ma i giorni in cui Washington trascinava i piedi sono finiti". "La mia Amministrazione
- ha detto ancora il presidente riferendosi ai cambiamenti climatici - non negherà i fatti, si farà guidare da questi".
"Infine - ha concluso il presidente - vogliamo chiarire al mondo che l'America è pronta a dirigere. Per proteggere il
nostro clima e la nostra sicurezza collettiva, dobbiamo organizzare una vera coalizione globale...., in modo da garantire
che paesi come la Cina e l'India facciano la loro parte, come noi vogliamo fare la nostra".
Il new deal ambientale annunciato da Obama ha trovato una buona accoglienza in Europa. "Gli Stati Uniti ci hanno
assicurato che lavoreranno con noi per raggiungere un accordo globale alla conferenza di Copenaghen sul clima
(organizzata dall'Onu nel prossimo dicembre), Obama ha già detto che intende ridurre i gas nocivi dell'80% entro il
2050" ha detto il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, durante la presentazione del rapporto
McKinsey-Enel sugli obiettivi '20-20-20'. La Commissione presenterà mercoledì un nuovo piano sul clima che prevede
"un aumento graduale degli investimenti mondiali per ridurre le emissioni di gas serra".
Il Direttore della Divisione Energie Rinnovabili, Francesco Starace, ha commentato positivamente i provvedimenti in
materia ambientale annunciati da Barack Obama. "Il presidente Usa ha dimostrato tempismo e coerenza con le
strategie annunciate in campagna elettorale. C'è da essere quasi sorpresi dalla quantità di fronti su cui Obama ha
promesso di impegnarsi. Ma sappiamo che per gli americani è normale: quando si sentono sulla strada giusta, il loro
livello di propositività è sempre molto alto. Rispetto all'Europa, spesso loro si dimostrano più lineari ed essenziali, più
orientati a ciò che effettivamente è utile per l'interesse generale. Di fatto, si muovono senza ideologie preconcette".
Una prova di questo atteggiamento utilitaristico è rappresentata dall'asse ambientalista bipartisan, nato proprio tra il
democratico Obama e il repubblicano Schwarzenegger. Nel 2007 la California, seguita poi da altri 13 Stati soprattutto
della costa orientale, aveva chiesto all'Epa di autorizzare il Golden State, lo Stato più popoloso dell'Unione e quello con
il maggior numero di auto, a stilare regole più severe di quelle federali in materia di inquinamento auto. Dopo mesi di
tira e molla, l'amministrazione di George W. Bush aveva negato questa possibilità, contrariamente a quanto successo
in passato. Ora invece Obama ha chiesto all'Epa di riesaminare la propria decisione, aprendo la porta a un'esenzione
dalle regole federali.
"Adesso tocca all'Europa - ha spiegato ancora Francesco Starace - dimostrarsi all'altezza e non perdere il vantaggio
acquisito sul fronte delle energie rinnovabili. Le opportunità su questo tema sono enormi per tutti i Paesi, l'importante
è dare seguito ai primi passi già compiuti. Come azienda multinazionale, attraverso la società Enel Green Power, Enel
continua a dare il massimo contributo in questo settore. Con oltre 17 miliardi di kWh, sufficienti a soddisfare i consumi
di circa 6 milioni e mezzo di famiglie, evitiamo l'emissione in atmosfera di 13 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno".
In chiusura, Starace ha ripreso il tema delle Smart Grids, che Obama ha più volte messo ai primi posti nella lista dei
progetti urgenti da portare avanti. "Quando parliamo di reti intelligenti - ha concluso Starace - voglio ricordare che Enel
è l'unica azienda al mondo ad avere installato 30 milioni di contatori elettronici. E questo rappresenta un primo
importante passo nella direzione intrapresa anche da Obama".

sabato 1 gennaio 2011

TAKE A LOOK AT SOLAR ENERGY CARS .- HYBRID OF OUR FUTURE





Solar Powered Cars traditional are defined as cars which run on energy from the sunThere is a very bright future for solar energy to power our transportation needs and we're just scratching the surface of the possibilities.

THE AFRICAN POVERTY


African Poverty is the lack of basic human needs, such as clean water, nutrition, health care, education, clothing and shelter, because of the inability to afford them in Africa. This is also referred to as absolute poverty or destitution. African Relative poverty is the condition of having fewer resources or less income than others within a society or country, or compared to worldwide averages. About 1.7 billion people live in absolute poverty; before the industrial revolution, poverty had mostly been the norm.

Poverty reduction has historically been a result of economic growth as increased levels of production, such as modern industrial technology, made more wealth available for those who were otherwise too poor to afford them.Also, investments in modernizing agriculture and increasing yields is considered the core of the antipoverty effort, given three-quarters of the world's poor are rural farmers.

Today, economic liberalization includes extending property rights, especially to land, to the poor, and making financial services, notably savings, accessible. Inefficient institutions, corruption and political instability can also discourage investment. Aid and government support in health, education and infrastructure helps growth by increasing human and physical capital.