lunedì 31 ottobre 2011

Imprese fotovoltaiche italiane che lavorano nel mondo. La Sedna punta agli Usa, che sono in ritardo rispetto a noi, e gia' opera in Bulgaria.

La societa' milanese vuole esportare negli States il modello chiavi in mano , dal progetto ai permessi alla realizzazione degli impianti. Nei primi sei mesi di quest' anno gia' superato il fatturato 2010. Da marzo in Bulgaria con 8 parchi solari gia' avviati.

L' obiettivo e' di imporsi nel mercato fotovoltaico americano, raggiungendo entro il 2012 un giro di affari di 12 milioni di dollari. E' ambiziosa la scommessa del gruppo milanese Sedna – realta' operativa in Italia dal 2006 e specializzata nel campo della progettazione e realizzazione di impianti per lo sfruttamento di energie rinnovabili – che ha aperto in settembre una nuova societa' a Philadelphia: la Sedna Power Plants Usa, guidata da Giovanni Landi.

La strategia e' di esportare oltre oceano un modello di business: quello dell' Epc Contractor, che fornisce impianti fotovoltaici “chiavi in mano” occupandosi di tutte le fasi del progetto.
Un modello di business che i fondatori dell' azienda – Antonio Siano (presidente) e Massimo Viscardi (vice presidente), proprietari rispettivamente del 51% e del 49 % - hanno affidato in Italia, dall' inizio di gennaio, ad una societa' ad hoc: la Sedna Power Plants che conta oggi 45 impianti in esercizio per una capacita' installata di 24 MW.

 L' operazione ha consentito al gruppo di chiudere il primo semestre dell' anno con circa 12 milioni di euro, superando gia' in sei mesi il fatturato 2010 (10,5 milioni di euro). Un modello peraltro esportato con successo a marzo anche in Bulgaria, dove Sedna Power Plants Bulgaria sta gestendo la progettazione di 8 parchi solari per 28 MW totali.

“Nel secondo semestre 2011 – spiega Landi – il fotovoltaico e' cresciuto del 69% sull' anno prima e oggi, in tutta l' America, si contano solo 3,1 GW (contro i 10 GW dell' Italia). Non solo: l' operazione e' vantaggiosa perche' negli Usa esiste il sistema del credito d' imposta, con il quale viene finanziato dal governo circa il 30% dell' investimento. Stiamo trattando per la realizzazione di 2 impianti nella East Coast con un patner industriale locale “.

Fonte  Repubblica Affari e Finanza

mercoledì 26 ottobre 2011

Un fondo internazionale per finanziare le rinnovabili nei paesi in via di sviluppo

Un fondo internazionale di incentivi per le rinnovabili nei paesi emergenti
26-10-2011
Si chiama Cleantech Innovation Facility il nuovo strumento finanziario che vede l'alleanza tra fondi privati e pubblici: l'intento è quello di promuovere l'innovazione nei paesi in via di sviluppo
Sessanta milioni di dollari per sostenere le piccole e medie imprese attive nel settore energetico intelligente nei paesi emergenti sono stati stanziati dall'International Finance Corporation (Ifc), un organismo della Banca Mondiale. Passa il collaudo così un nuovo strumento finanziario che vede l'alleanza tra fondi privati e pubblici: l'intento è quello di promuovere l'innovazione nei paesi in via di sviluppo, incoraggiando il trasferimento di tecnologie sostenibili dai paesi ricchi.
Il fondo chiamato Cleantech Innovation Facility avrà come destinatari soggetti motivati a applicare processi innovativi e che vogliano offrire prodotti o servizi in grado di ridurre le emissioni di carbonio. Il fondo offrirà finanziamenti a tassi agevolati dal Global Environment Facility e fornirà servizi di assistenza tecnica e consulenza alle aziende in materia di governance, sviluppo e consolidamento della loro presenza sul mercato. In particolare verranno sostenute aziende o forme consortili provenienti da paesi emergenti o che siano disposti a trasferirvisi, e che perseguano l'obiettivo di ritagliarsi una quota di mercato applicando tecnologie innovative in via sperimentale accompagnate da sistemi mirati all'efficienza, al risparmio e allo sviluppo delle rinnovabili. (s.f.)

Fonte  http://www.zeroemission.eu/

domenica 23 ottobre 2011

COST OF SOLAR ENERGY BALANCING TO LOW COST

Here is a list of five recent advancements in solar power that might change the world. Have a look.
1. Decrease in the prices of solar panels
One of the major causes for the slow development of the solar energy was its price. The solar energy gadgets were too expensive to be kept in stock. Till recently these devices were not a deal of a common man. Now as the technology has developed so much, the prices of these solar panels have come down remarkably. This recent development in the solar industry has resulted in a decrease in the prices of solar panels by 10-30%. Now it has become a deal of a common man and they can actually try using them in order to meet the energy needs of the family. We hope this technology keeps developing and we get to see more drops in price.
2. The development in the solar films will bring down prices
With the recent development in the technology and with the help of the huge investment by the leading countries and firms, the technology has resulted in the production of really cheap solar films. These cheap solar films can be effectively used to make out gadgets which will ultimately cost you low and will be powerful than what they actually were in the past. This new solar film technology is rapidly growing and is highly appreciated for its compact size and cheap price. The initial pricing of this film might cost you around $1 to $2/watt range.
3. Increase in the efficiency
The solar energy which was used earlier had really less efficiency and during those days the coal production was much cheaper than this green energy. But with the recent development, the technology has improved at a rapid scale and so has improved the efficiency of the devices. Efficiency is what matters the most in a device and the devices are mostly preferred on the basis of their efficiency. With this new development, the sun’s power is used to generate 20% more energy with the same device. That means if we use arrays of these solar devices, it would result in a good amount of energy.
4. Utility scale solar is blossoming
The solar energy awareness is increasing day by day and people have actually started going for this green energy. These days the solar energy is used on a large scale to produce energy. This energy can be used to meet the needs of the growing population and other basic needs. These days in desert areas the firms have started making a solar power plant by using arrays of solar panels arranged in particular shape to harness the most out of the sun’s energy. It is believed that this technology will take this solar energy utilizing process to a whole new level in the coming 5-10 years.
5. Increase in the prices of power
Power is getting expensive day by day and there is practically nothing that can be done to reduce it. But, still we have a green option to deal with this expensive energy production way. The traditional coal energy method has resulted in a great increase in price due to the less availability of coal in the world. Ultimately it has resulted in price hike in power and has left us with only one option which is solar energy. The solar energy can now be made to spread over big areas to harness the most out of solar energy which is one of the cheapest ways of producing power. This green energy not only produces power but also saves environment by producing zero emission and zero pollutants into the environment.

sabato 22 ottobre 2011

L'energia per tutti e' possibile,ma energia pulita per tutti sarebbe una rivoluzione.

Energia per tutti, quel che serve secondo la Iea
Oltre 1,3 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all'elettricità. Per colmare questo gap, secondo l'Internationa Energy Agency, basterebbero investimenti per 48 miliardi di dollari l'anno, il 3% di quel che si investe attualmente in energia.
 
Servirebbero 48 miliardi di dollari l'anno (35 miliardi di euro) per poter fornire energia elettrica alle persone che nel mondo ancora non hanno accesso a questa risorsa. Il calcolo è dell'International Energy Agency, ed è contenuto nel rapporto Energy for all (vedi allegato), estratto-anticipazione dell'annuale World Energy Outlook, che sarà pubblicato a novembre.
Secondo l'agenzia, questa cifra utilizzata correttamente si potrebbe a garantire l'accesso all'energia a chi oggi non ce l'ha: sono oltre 1,3 miliardi le persone che non hanno accesso all’elettricità (circa il 20% della popolazione mondiale) e 2,7 miliardi (il 40% della popolazione) quelle prive di un angolo cottura pulito da fumi.
L'aggravio in termini di emissioni derivante dal portare l'elettricità a chi non ce l'ha, secondo la Iea, sarbbe limitato: un aumento dello 0,7% della CO2 mondiale. I benefici dal punto di vista sociale, ovviamente, grandi.
L'agenzia ha stimato che la cifra necessaria è pari appena al 3% degli investimenti che vengono fatti ogni anno nel campo dell'energia: a contribuire dovrebbero essere le istituzioni internazionali per lo sviluppo, i governi degli stessi paesi interessati e il settore privato.
Allegati
application/pdf iconIea Energy for all 2011

domenica 16 ottobre 2011

SOLAR ENERGY INVESTMENT CONSIDERATIONS IN NIJA

60million Nigerians now own power generators —MAN
An estimated 60 million Nigerians now own power generating sets for their electricity, while the same number of people spend a staggering N1.56 trillion ($13.35m ) to fuel them annually.
Chairman of Manufacturers Association of Nigeria (MAN), Imo, Abia Branch, Dr. Frank S.U. Jacobs, made this disclosure, in a chat with Vanguard on the effects of poor public power supply on the industrial growth of the two states (Imo and Abia).
“An estimated 60 million residents use generators of varying sizes. In the last one year, average residential expenditure in fuelling power generators climbed to an all-time high of N1.56 trillion, about $13.35 billion per annum”, Dr. Jacobs lamented.He was of the view that, “similar level of expenditure on private power generation has characterised the affairs of industrial and commercial power consumers”, adding that early last year, independent investigations recorded about half the figures outlined above.
He recalled with grief that the Senior Private Sector Specialist at the World Bank, Mr. Steven Dimitryer, noted that “Nigeria experienced the worst electricity crisis among its contemporaries, which underscores the nightmarish generation, distribution and supply in the country.”Dr. Jacobs insisted that “electricity crisis is the most important infrastructure bottleneck in Nigeria today”, adding that all types of firms in Nigeria experience power outages and 85 percent of them own generators as alternative source of power generation.
“The present condition of manufacturers in this part of Nigeria does not leave much to be cheerful. The efforts of government have continued to totter. We are speedily losing hope”, Jacobs lamented.

venerdì 14 ottobre 2011

Introdotta in Australia la Carbon Tax

Dopo una lunga battaglia tra ecologisti e industriali

La vittoria è stata di stretta misura: con 74 voti favorevoli e 72 contrari, la Camera dei rappresentanti del governo di Canberra ha dato il via libera all’introduzione della carbon tax in Australia. In questo modo, la più grande nazione dell’Oceania si unisce alla Nuova Zelanda e all’Unione Europea nell’introduzione di misure che comporteranno un pagamento, da parte degli inquinatori, per i danni procurati. In particolare, le nuove norme prevedono una tassa sulle emissioni di anidride carbonica che graverà sulle 500 aziende che maggiormente contribuiscono all’inquinamento. Parte degli introiti ricavati dalla nuova imposta saranno destinati a investimenti in tecnologie per la produzione di energie pulite e nella creazione di nuovi posti di lavoro.

 Il sistema di produzione di energia australiano è oggi tra i più inquinanti al mondo in quanto si affida in modo massiccio al carbone, eppure gli esperti sostengono che il Paese è particolarmente a rischio ed è destinato a risentire pesantemente degli effetti prodotti dai cambiamenti climatici che, come è noto, sono indotti dalle emissioni del gas serra. Il provvedimento rappresenta anche una vittoria personale del premier Julia Gillard, che ha dichiarato: «questo è un giorno importante per gli australiani di oggi e di domani che credono in un ambiente migliore». (r.t.)

Fonte  http://www.zeroemission.eu/

martedì 11 ottobre 2011

Italia,settembre richiesta energia elettrica +6%, importazione energia elettrica -12% (431 gwh).Molto merito alla produzione da fotovoltaico 1.355 GWh (205 GWh nel 2010)

Continua a crescere la produzione di energia elettrica dai moduli fotovoltaici installati lungo la Penisola: a settembre ha fatto registrare un nuovo record mettendo a segno un +561% (giungendo a 1.355 GWh ) rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (205 GWh). E’ quanto emerge dai dati sui consumi di energia elettrica relativi al mese scorso diffusi da Terna, che registrano una crescita anche del geotermico (+5,4%) e dell'idroelettrico (+4,8%%). Nuova flessione invece dell' eolico (-5,7%).

Nel mese di settembre 2011 la richiesta di energia elettrica in Italia è stata pari a 28,8 miliardi di kWh, con un incremento del +6,1% rispetto allo stesso mese del 2010, il più alto dall’inizio anno. Ciò è dovuto in parte “all’effetto temperatura”, che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è stata superiore in media di circa due gradi centigradi. Depurata da questo effetto la variazione, sottolinea Terna, è comunque del + 5%. La produzione nazionale netta, pari invece a 26 miliardi di kWh è cresciuta del 8,5% rispetto a settembre 2010, grazie in parte anche al contributo delle fonti di energia rinnovabili e in particolare al fotovoltaico che, oltre a coprire parte dell'aumento dei consumi, ha permesso di ridurre in maniera significativa le importazioni di energia elettrica dall'estero diminuite di 431 GWh (-12,2%). (f.n.)

venerdì 7 ottobre 2011

Energia solare, anche in Russia il fotovoltaico inizia il suo cammino

Secondo Slusarz, la Russia ha già iniziato ad avvicinarsi alle energie rinnovabili, compreso il fotovoltaico: una tendenza che potrebbe incrementarsi nei prossimi anni, fino ad arrivare entro il 2020 ad una capacità fotovoltaico di 1 o 2 GW. Il Ceo della Solar Pv fa partire le sue previsioni dall’incremento della domanda energetica che ci sarà nel prossimo decennio in Russia: l’obiettivo della politica energetica russa è di arrivare entro il 2020 al 4,5% di capacità installate, pari a 22 GW.
Gran parte di questa capacità dovrebbe arrivare dal mini idroelettrico, eolico, biomasse e geotermia, ma anche il fotovoltaico potrebbe giocare un ruolo importante. A dimostrazione di ciò c’è il volume di investimenti destinati all’energia solare da colossi russi come Renova e Lukoil che puntano su progetti fotovoltaici e sulla creazione di una filiera nazionale del settore

giovedì 6 ottobre 2011

Bangladesh, dal solare un grosso impulso all' elettrificazione rurale

Il finanziamento ammonta a 172 milioni di dollari

Grazie al sostegno economico della Banca Mondiale, anche le zone più remote del Paese saranno raggiunte dalla rete elettrica


(Rinnovabili.it) – Dopo aver finanziato l’installazione di oltre 300.000 sistemi solari domestici, la mano della Banca Mondiale torna ad aiutare il Bangladesh per continuare all’elettrificazione rurale del Paese, ovvero di tutte quelle zone in cui la rete elettrica non riesce ad arrivare. Lo fa aggiungendo ai 130 milioni di dollari stanziati nel 2009 un ulteriore finanziamento di 172 milioni di dollari al Rural Electrification and Renewable Energy Development (RERED), il progetto che, nell’ottica di migliorare le condizioni in cui vivono le comunità più sperdute, renderà possibile l’installazione di altri 630.000 impianti fotovoltaici domestici. Sono circa 16 milioni le famiglie che ancora non sono raggiunte dalla rete: solo un terzo dei nuclei familiari rurali, infatti, ha accesso all’energia elettrica. L’installazione di impianti solari domestici nelle zone più remote del Paese ha già migliorato la qualità della vita di milioni di persone in Bangladesh e fornito ottime opportunità per lo sviluppo di nuove attività commerciali nei villaggi. È dal 2002 che la Banca Mondiale sostiene il Governo bangladese per implementare il programma di elettrificazione del Paese. Attualmente, grazie anche al supporto di 30 organizzazioni partner, sono in media 40.000, ogni mese, le famiglie che decidono di installare impianti fotovoltaici nelle proprie abitazioni: una quantità ben superiore alle aspettative.

mercoledì 5 ottobre 2011

In Ghana si discutera' in Parlamento di provvedimenti a favore di rinnovabili ed efficienza energetica

Il Parlamento locale ha messo a punto la bozza di una nuova normativa sulle rinnovabili che fornisce il quadro giuridico appropriato per attrarre gli investitori. Intanto nel Paese è in atto una campagna rivolta all'efficienza energetica
Il Ghana si mostra sempre più sensibile al discorso dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica. Nel primo caso la Commissione per l'Energia del Parlamento ha messo a punto la bozza di una nuova normativa sulle rinnovabili, prossimamente discussa in aula. Pare che il documento sia incentrato sull'obiettivo di fondo della sicurezza energetica e fornisca il quadro giuridico appropriato per attrarre gli investitori. Da quanto ha fatto sapere il segretario esecutivo della commissione, Alfred Ofosu Ahenkorah, la bozza "prevede anche la costituzione di un fondo apposito che erogherà i finanziamenti necessari a un forte sviluppo delle rinnovabili, il cui ruolo sarà complementare rispetto a quello svolto da altri tipi di energia”.

Sul tema dell’uso corretto dell’energia e dei benefici legati a esso in Ghana è stato organizzato il Mese dell'Efficienza energetica, che ha l’obiettivo di far comprendere che tra i benefici collegati vi sono quello di vedere ridotte le emissioni di Co2 e di contrastare i cambiamenti climatici. Lo stesso Ahenkorah ha fatto sapere in proposito che è stata varata una normativa in base alla quale ogni prodotto di uso comune dovrà essere dotato di un cartellino sul quale sia specificata la quantita' di energia consumata per produrlo. Ahenkorah ha anche affermato che il suo organismo ha allo studio una bozza di provvedimento, da trasmettere al Parlamento, che prevede il divieto dell'import di elettrodomestici di seconda mano e antiquati, che non rispettino i parametri adottati in questo Paese. (a.b.)

domenica 2 ottobre 2011

Bolivia, 80.000 piccoli impianti a isola nelle zone rurali-un esempio da cui imparare e da migliorare

Un esempio di possibile espansione del fotovoltaico

BOLIVIA, IL SUCCESSO DEL FOTOVOLTAICO NELLE AREE RURALI
80.000 impianti fotovoltaici a isola, moltissimi nelle zone di difficile accesso.

" A-ga-bi-to ": risuona nella valle il coro, intanto che in lontananza, in camicia bianca e pantaloni scuri, compare Agabito Pardo. D' intorno, si offrono allo sguardo i fazzoletti di terra su cui gli abitanti dell' area, per cui l' agricoltura rappresenta la principale fonte di reddito, coltivano mais e cereali. Nel piccolo centro di Quebrada Honda, sulle Ande boliviane, sono una quarantina le fattorie in cui ogni famiglia possiede appena tre o quattro semplici monolocali a casupola, con dentro letti spartani a doghe ricoperte di pelli. Ma a volte, si trovano persino un tavolo, una sedia e magari una macchina da cucire o un altarino domestico.
La cucina e' isolata dal resto dell' abitazione, anche in casa di Agabito Pardo, che sceso dal costone della montagna saluta gli ospiti e mostra l' oggetto che negli ultimi mesi gli ha cambiato la vita: un sistema fotovoltaico. Il modulo da 50 watt e' installato su un traliccio metallico che sembra innalzarlo oltre i tetti delle case circostanti, collegato tramite un paio di cavi alle travi dei soffitti sia della stanza da letto che del soggiorno, da cui pendono lampadine che si accendono con gli interruttori piazzati in prossimita' delle porte d' ingresso e sotto ciascun pulsante, si colloca un accumulatore grande quanto una cassa. La famiglia dispone ora delle prese che le occorrono per caricare le batterie per la radio e solo quella per i telefoni cellulari e' reimasta finora inutilizzata.


Se quasi due terzi dei residenti possiedono un sistema fotovoltaico a isola, anche gli altri vorrebbero averne uno, ma sembra che non abbiano i soldi, racconta Agabito. Tra i fortunati che hanno accesso alla corrente elettrica c'e' anche Demetrio Garcia, che scatta dalla fattoria verso una posizione elevata per mostrare meglio dall' alto agli ospiti il suo impianto. Per lui la cosa piu' importante e' la luce elettrica: "La sera, i bambini possono leggere e mia moglie puo' continuare a lavorare" racconta. Fino d oggi, dopo il tramonto, la famiglia non era vissuta nell' oscurita' totale, ma l' unica alternativa disponibile era rappresentata dalle lampade a kerosene, che emanano una luce fioca e un puzzo disgustoso e acre, costringendo il capofamiglia a procurarsi con difficolta' il combustibile, spingendosi fino a Cochabamba, per fare rifornimento, con un tragitto di andata e ritorno che richiede almeno un giorno. In moneta locale, il viaggio gli costava una ventina di boliviani (un paio di euro). L' impianto fotovoltaico a lui personalmente e' costato il corrispondente di circa 36 euro, in un unica soluzione di pagamento, una somma che la famiglia dovrebbe riuscire a recuperare gia' entro l' anno: "Noi abbiamo bisogno della luce" spiega il contadino.

La Bolivia e' lo stato piu' povero del Sudamerica e il numero di abitanti ancora privi di accesso alla rete elettrica si e' fortemente abbassato negli ultimi anni, ma rimane ancora elevato. Secondo una statistica di fonte governativa, nel 2006, un boliviano su tre viveva ancora senza elettricita'. Ma la rivista "Reporte Energia" ha appena pubblicato dei dati piu' recenti, secondo i quali, nel 2009, la fornitura di corrente avrebbe raggiunto l'82% della popolazione. Sono soprattutto gli abitanti delle campagne a doversela cavare senza corrente, anche quando vivono vicini a una linea elettrica: a molti mancano semplicemente i soldi per l' allaccio.
Ma a questa carenza si dovrebbe mettere presto rimedio: la nuova costituzione boliviana, approvata lo scorso anno, riconosce a ogni abitante il diritto ad un approvigionamento di base costituito da acqua potabile, scarico dei reflui domestici, gas, servizi postali e telecomunicazioni, elettricita'. Il teso prevede inoltre che lo stato si assuma la responsabilita' del rispetto di tali diritti.
Per quanto riguarda l' energia elettrica, la fornitura dovrebbe essere garantita nell' ambito del programma "Electricidad para vivir con dignidad ", il progetto statale che si propone di completare l' elettrificazione nazionale entro il 2025. Oggi come in passato, il fotovoltaico svolge un ruolo decisivo nel processo di approvigionamento della corrente elettrica per gli abitanti delle campagne.

Testimone dell' intero processo e' Miguel Fernandez Fuente, ingegnere elettrico che nei primi anni '90, lavorando per l' Universita' "San Simon" di Cochabamba, avvio' il dibattito sull' utilita' del fotovoltaico: "Si manifestava una forte resistenza all' introduzione di questa tecnologia" egli ricorda. Allora, il fotovoltaico era ancora consideratouna fonte di energia di serie B e tra i tecnici in molti non lo prendevano sul serio. I primi impianti furono quindi realizzati proprio per dimostrarne il valore. "All' inizio non ci interessavamo molto ai costi" rievoca Fuente. Nel 1993, un gruppo di specialisti locali fondo' Energetica, l' organizzazione non governativa di cui egli e' oggi presidente. Grazie alle sovvenzioni di istituzioni straniere, furono realizzati alcuni progetti pilota. Da allora, la Ong e' cresciuta, ha raggiunto i 27 dipendenti e oggi puo' vantarsi di aver promosso tutta una serie di progetti fotovoltaici e di essersi guadagnata una buona reputazione che travalica i confini nazionali. "E' evidente che gli abitanti delle campagne hanno bisogno di energia " afferma l' ingegnere, ma l' elettrificazione rurale e' tutt' altro che semplice.

Quando l' impresa avvio' l' attivita' mancavano informazioni sulle aree rurali, mancavano le offerte e anche gli installatori. Siccome e' davvero raro che un contadino boliviano possa pagare di tasca propria un sistema ad isola, a fondamento di ogni progetto era e rimane l' individuazione di un finanziatore. L' organizzazione boliviana ha gia' collaborato con numerose istituzioni straniere: i governi olandese e francese e la Commissione Europea: " Procediamo di progetto in progetto e non abbiamo una base stabile di finanziamenti". Quando si trova un patner e' necessario assicurarsi che i potenziali gestori possano pagare la propria quota di partecipazione all' impianto. A questo punto, insorgeva l' ostacolo successivo, perche' un tempo non c'era la possibilita' del microcredito: "Quando e' disponibile, il credito serve a consentire ai contadini di acquistare le sementi, raccogliere i frutti dei campi e venderli per poter ripagare il debito."
La corrente elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici invece non viene venduta e alla fine del processo non esiste un "prodotto" convenzionale che possa essere utilizzato per ripagare il credito. La Ong dovertte quindi adoperarsi in un intensa opera di convincimento per diffondere l' idea che i costi potessero essere abbassati e quindi che il mutuo potesse essere ripagato dal risparmio.

"Fu grazie ai progetti, che venne introdotto il microcredito per gli impianti fotovoltaici" spiega Fernandez. Risolti gli aspetti finanziari, i dipendennti della Ong si mettono in contatto con i comuni e con i residenti delle aree rurali che alcuni casi hanno gia' manifestato il proprio interessamento o altrimenti pubblicizzano in prima persona la produzione ecologica di energia elettrica. Se si accerta che uno dei soggetti coinvolti non e' in grado di coprire la propria quota individuale dell' investimento, gli si offre una riduzione. La fase preparatoria che precede l' inizio dei lavori per l' installazione dell' impianto dura circa un anno. L' organizzazione, che un tempo si occupava spesso direttamente delle installazioni, oggi puo' cedere il lavoro a terzi, essendo state fondate diverse ditte installatrici con cui ha avviato una collaborazione continuativa.

Questo testo e' tratto dall' edizione italiana del mensile tedesco Photon.