martedì 11 gennaio 2011

LA SVOLTA DI OBAMA VERSO LE FONTI RINNOVABILI


La svolta di Obama verso le fonti rinnovabili
Il 44° Presidente degli Stati Uniti ha annunciato uno dei punti nodali del proprio programma: la lotta al
surriscaldamento climatico. "Ora tocca all'Europa non perdere il vantaggio acquisito sul fronte delle energie
rinnovabili", ha commentato il Direttore della Divisione Energie Rinnovabili di Enel, Francesco Starace
È già stato soprannominato il "New Deal" verde di Obama. A meno di una settimana dal giuramento, il neo presidente
Usa ha annunciato uno dei punti nodali del suo programma: la lotta al surriscaldamento climatico. Barack Obama ha
ordinato all'Environmental Protection Agency, l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente, la revisione delle
leggi dell'amministrazione Bush in materia energetica, autorizzando la California e altri 13 stati dell'Unione a fissare
standard più severi sui gas di scarico delle automobili e sull'efficienza energetica. In pratica le auto dovranno
consumare meno e quindi emettere meno sostanze inquinanti.
"È necessario avere il coraggio di apportare i cambiamenti necessari", in modo che sia "la politica stessa degli Stati
Uniti a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio prodotto all'estero", ha detto Obama nel corso della conferenza
stampa alla Casa Bianca indetta per annunciare la nuova linea sulle strategie energetiche.
L'uscita degli Stati Uniti dal tunnel della recessione passa in buona misura dalla riconversione ambientale della sua
economia. Obama ha spiegato che i punti essenziali del programma d'intervento sono "l'indipendenza dell'America dal
petrolio straniero", "l'approvazione entro marzo degli standard di efficienza energetica per i veicoli in vigore dal 2011"
e il via libera all'Epa affinché "la California possa fissare i suoi limiti alle emissioni di CO2 della automobili".
La dipendenza dal petrolio straniero e il riscaldamento globale, ha ammonito Obama, rappresentano minacce impellenti
alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Per questo - ha aggiunto - vogliamo ribaltare la situazione: non posso
promettere una soluzione rapida, ma i giorni in cui Washington trascinava i piedi sono finiti". "La mia Amministrazione
- ha detto ancora il presidente riferendosi ai cambiamenti climatici - non negherà i fatti, si farà guidare da questi".
"Infine - ha concluso il presidente - vogliamo chiarire al mondo che l'America è pronta a dirigere. Per proteggere il
nostro clima e la nostra sicurezza collettiva, dobbiamo organizzare una vera coalizione globale...., in modo da garantire
che paesi come la Cina e l'India facciano la loro parte, come noi vogliamo fare la nostra".
Il new deal ambientale annunciato da Obama ha trovato una buona accoglienza in Europa. "Gli Stati Uniti ci hanno
assicurato che lavoreranno con noi per raggiungere un accordo globale alla conferenza di Copenaghen sul clima
(organizzata dall'Onu nel prossimo dicembre), Obama ha già detto che intende ridurre i gas nocivi dell'80% entro il
2050" ha detto il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, durante la presentazione del rapporto
McKinsey-Enel sugli obiettivi '20-20-20'. La Commissione presenterà mercoledì un nuovo piano sul clima che prevede
"un aumento graduale degli investimenti mondiali per ridurre le emissioni di gas serra".
Il Direttore della Divisione Energie Rinnovabili, Francesco Starace, ha commentato positivamente i provvedimenti in
materia ambientale annunciati da Barack Obama. "Il presidente Usa ha dimostrato tempismo e coerenza con le
strategie annunciate in campagna elettorale. C'è da essere quasi sorpresi dalla quantità di fronti su cui Obama ha
promesso di impegnarsi. Ma sappiamo che per gli americani è normale: quando si sentono sulla strada giusta, il loro
livello di propositività è sempre molto alto. Rispetto all'Europa, spesso loro si dimostrano più lineari ed essenziali, più
orientati a ciò che effettivamente è utile per l'interesse generale. Di fatto, si muovono senza ideologie preconcette".
Una prova di questo atteggiamento utilitaristico è rappresentata dall'asse ambientalista bipartisan, nato proprio tra il
democratico Obama e il repubblicano Schwarzenegger. Nel 2007 la California, seguita poi da altri 13 Stati soprattutto
della costa orientale, aveva chiesto all'Epa di autorizzare il Golden State, lo Stato più popoloso dell'Unione e quello con
il maggior numero di auto, a stilare regole più severe di quelle federali in materia di inquinamento auto. Dopo mesi di
tira e molla, l'amministrazione di George W. Bush aveva negato questa possibilità, contrariamente a quanto successo
in passato. Ora invece Obama ha chiesto all'Epa di riesaminare la propria decisione, aprendo la porta a un'esenzione
dalle regole federali.
"Adesso tocca all'Europa - ha spiegato ancora Francesco Starace - dimostrarsi all'altezza e non perdere il vantaggio
acquisito sul fronte delle energie rinnovabili. Le opportunità su questo tema sono enormi per tutti i Paesi, l'importante
è dare seguito ai primi passi già compiuti. Come azienda multinazionale, attraverso la società Enel Green Power, Enel
continua a dare il massimo contributo in questo settore. Con oltre 17 miliardi di kWh, sufficienti a soddisfare i consumi
di circa 6 milioni e mezzo di famiglie, evitiamo l'emissione in atmosfera di 13 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno".
In chiusura, Starace ha ripreso il tema delle Smart Grids, che Obama ha più volte messo ai primi posti nella lista dei
progetti urgenti da portare avanti. "Quando parliamo di reti intelligenti - ha concluso Starace - voglio ricordare che Enel
è l'unica azienda al mondo ad avere installato 30 milioni di contatori elettronici. E questo rappresenta un primo
importante passo nella direzione intrapresa anche da Obama".

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